Il Trifoglio dei prati

Trifolium pratense

Datamartedì 12 maggio 2020

Credo di aver passato una buona parte delle mie primavere di bimba a succhiare il nettare dai fiori di trifoglio e di caprifoglio, in una inconsapevole competizione con le api, i bombi e farfalle che avevano ben più diritto di me di attingervi…ma era così buono e profumato!!

Si, oggi parlo proprio del trifoglio (Trifoliyum pratense) il così detto trifoglio rosso, un compagno della vita di noi tutti, presente nei parchi e giardini, nei campi, nei prati e in questi giorni così allegro grazie ai suoi pon pon rosa che sporgono sul mantello verde dei prati creando un piacevole abbinamento d colori.

Appartiene alla famiglia delle Fabacee o Leguminose o anche Papillionacee , la stessa famiglia dei piselli e dei fagioli di cui porta i caratteri distintivi: le foglie composte da foglioline ovali, in questo caso appunto in numero di tRe come suggerito dal nome generico e comune; il fiore papillionaceo formato da un petalo più grande, chiamato vessillo e altri due petali che contengono l'ovario (le carene) e le ali, (un carattere tipico delle specie della sottofamiglia Faboidee); il frutto formato dal carpello che racchiude i semi formando un baccello o legume. Un’ulteriore caratteristica comune a molte delle leguminose è la presenza sulle radici di tubercoli di qualche millimetro formati da un batterio (Rizhobium leguminosarum) che fissa l’azoto atmosferico rendendo le piante appartenenti a questa famiglia importanti contribuenti della ricchezza del terreno dove crescono (la rotazione tradizionale fatta nei campi con l’erba medica infatti è svolta proprio per riconcimare il terreno con questa pratica detta di sovescio).

In particolare il Trifoglio rosso è una pianta erbacea perenne molto diffusa in tutto il mondo, e resistente al freddo , meno alla siccità. Pianta provvista di rizoma legnoso avvolto da guaine scure, da cui si dipartono i fusti eretti, brevemente striscianti, che al momento della fioritura raggiungono circa 30 cm di altezza. Le foglie lungamente picciolate, sono trifogliate, ovali od ellittiche, stipole allungate, con resta terminale, la pagina superiore è caratterizzata da un disegno biancastro a forma di "V. I fiori in capolini globosi, brevemente peduncolati, portati all'ascella delle foglie superiori, rosso chiaro, carminio o lattiginosi. I frutti sono legumi, portanti un unico seme ovoidale, liscio, giallognolo o marrone.

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Il trifoglio si raccoglie quando è in fiore e si usano le sommità fiorite. Contiene calcio, cromo, magnesio, manganese, ferro, Vit C e Vit B1, B2 e B3 e un alto contenuto in aminoacidi e proteine , risorsa assai rara nella maggior parte delle piante. Inoltre contiene flavonoidi e isoflavoni con attività estrogenica, saponine, acido fenolico e clovamide che conferiscono azione antiossidante e antinfiammatoria. Negli ultimi anni è entrato in auge grazie all'alta concentrazione di fitoestrogeni, come rimedio utile per contrastare il calo ormonale che è tipico della menopausa, trovato in commercio come trifoglio rosso, e che in pochi sanno essere estratto dal comune e familiare trifoglio dei prati. Le ultime ricerche hanno anche dimostrato la sua capacità di diminuire il livello dei grassi nel sangue e di abbassare il colesterolo.Il suo impiego tradizionale risale a tempi antichi e vede l’uso delle foglie e dei fiori come antispasmodico, espettorante, detergente, diuretica febbrifugo, tonico, stimolante del mestruo, antiossidante. Si usa per trattare infiammazioni cutanee e foruncoli e dermatiti assieme alla Bardana e alla Romice. I capolini fiorali sono antispasmodici, detergenti, sedativi e tonici., antinfiammatoria, regolatrice delle secrezioni ghiandolari e antieczematosa.

Grazie al suo contenuto proteico e al suo sapore dolciastro e rinfrescante, il trifoglio è anche un’erba mangereccia e nutriente. le foglie possono essere cotte come spinaci ad hanno un delicato sapore vanigliato.I semi li puoi far germogliare e mettere in insalata.

Si usano specialmente i fiori, sia crudi in insalata o decorativi su tartine e risotti, oppure pastellati e fritti (una vera delizia!)…ma anche le foglie e i getti sono piacevoli, sia crudi che cotti.

In passato i fiori di trifoglio venivano essiccati e ridotti in farina usata per fare il pane. Basta essiccare i fiori e poi tritarli con un macina caffè e a questo punto puoi usare la farina per fare crakers e schiacciate vegane e crudiste, oppure unirla ad altre farine per pane, muffin, biscotti o per ispessire vellutate o ancora tostarla e usarla per condire insalate …..via libera alla fantasia!!

Con i suoi fiori freschi o essiccati puoi preparare. Un delicato e dolce tè.

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