L'umile pratolina

L’oracolo del vero amore!

Datasabato 28 marzo 2020

Bellis perennis ossia l’oracolo del vero amore!

Chi non hai mai sfogliato petalo dopo petalo i fiori della pratolina alzi la mano?? Credo che sia una delle esperienze più comuni che fin da piccini ci hanno messo in relazione con il mondo delle piante selvatiche. Un vero e proprio oracolo da consultare nei momenti di inquietudine amorosa, quando non sappiamo se dichiarare o no il nostro amore all’amato! E nel caso poi la risposta sia negativa ecco che subito un altro oracolo si offre a noi per una verifica!

Ma forse in pochi sanno che i petali bianchi che spetaliamo recitando il famoso mantra “m’ama non m’ama” sono in realtà dei piccoli fiori bianchi, “ligulati” , che formano il capolino composto di molte asteracee. Quando cogliamo un fiore di pratolina abbiamo in mano un vero e proprio mazzo di fiori, notizia importante perché ci permette di far bella figura portando in dono solo una pratolina, e nel caso non venga apprezzato come tale, ci permette di condividere le nostre conoscenze botaniche. Siamo di fronte infatti a un capolino composto che assomiglia al sole,: i piccoli fiori del disco, quelli gialli centrali, sono “tubulosi”, mentre i raggi laterali, i fiori del raggio, sono i fiori ligulati, bianchi e con una leggera colorazione che va dal rosa al porpora nella parte esterna del piccolo fiore… quasi a voler impreziosire il tutto. Sono tutti fiori, non gli manca proprio nulla: l’unica cosa è che sono piccini piccini e uniti assieme in questo bel modo costituiscono un richiamo molto più evidente nei confronti degli insetti impollinatori, che li adorano specialmente quando li ritrovano aperti nelle prime giornate miti e assolate invernali. Durante la notte o nelle giornate di mal tempo si chiudono protetti dall’inclinarsi a cupola dei fiori esterni. Nonostante sia una pianta comunissima e come tale apparentemente non meritevole di osservazioni particolari perché erroneamente ritenuta scontata e banale, se ci avviciniamo e la osserviamo più da vicino , scopriamo che il grande mistero della Vita è inscritto nella disposizione dei piccoli fiori che seguono la regola aurea, mostrandoci il riverbero tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, uguali nelle regole precise che formano le strutture…e tutto si manifesta in bellezza, il paradigma che regola l’Universo.

Talvolta, a inizio primavera, i prati specie dei parchi cittadini, divengono bianchi per tutte le pratoline in fiore quasi si fossero coperti di neve durante la notte. Quest’erba molto comune, è adatta a resistere e trionfare nei prati calpestati e rtosati. La disposizione della rosetta, che appressata al suolo evita sia di essere brucata che di essere sfalciata, è la strategia vincente che consente il propagarsi della Pratolina in fitte ed estese colonie. Ama molto crescere dove giocano e corrono i bambini e dove spesso le bimbe , nei momenti di calma, le raccolgono col gambo lungo per intrecciare ghirlande, collane, orecchini e adornarsene… come nel voler perpetuare il rito della Dea Ostara, la Divinità Nordica celebrata in occasione dell’Equinozio di primavera.

Le foglie spatolate sono tutte inserite sul rizoma dove formano una rosetta basale. E’ una pianta perenne come indicato dal nome scientifico “perennis”; i frutti sono piccoli acheni che si disperdono grazie ad insetti, specialmente le formiche, che li portano in giro facendogli raggiungere così nuovi ambienti da colonizzare.

Mi rendo conto che raccontare l’uso della pratolina in cucina e dire che è ottima da mangiare sembra quasi un atto di cannibalismo, data la grande familiarità che tutti abbiamo con quest’erba, quasi fosse nostra parente stretta! ma ci può consolare il fatto che raccogliendone i fiori, i boccioli, e le foglie ne protraiamo il suo vegetare. Le sue tenere foglioline si usano crude in insalata o cotte in misticanze, minestroni, erbazzoni, pizze, ripieni….i boccioli sono ottimi sotto sale o sott’aceto, come capperi, mentre i fiori, oltre che come abbellimento di piatti, danno molta soddisfazione se li candiamo.

Il suo uso poi nella medicina tradizionale risale ad epoche antiche, quando già si conoscevano le sue virtù curative simili all’arnica che la vedevano impiegata in caso di traumi ed echimosi, ed anche come vulneraria in caso di ferite ulcere; usata inoltre in impacco sull'acne, su eczemi e nelle dermatosi in genere, oltre che in decotto in caso di infiammazioni del cavo orale, per le palpebre arrossate e per schiarire la pelle. Tutta la piante contiene saponine, tannini, sostanze amare, inulina, mucillagini e cera, e come in altre varietà della famiglia delle Asteraceae, anche l'apigenina-7-glucoside, con proprietà spasmolitiche. La pratolina è impiegata anche come rimedio omeopatico, con effetti diversi a seconda della diluizione, ma tutti legati a contusioni, distorsioni ricorrenti, gonfiore, reumatismo, trauma e vecchie lesioni.

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