La Bardana

L'erba dalle foglie come maschere

Datavenerdì 17 aprile 2020

Arctium lappa

La bardana

Questa è la foglia che: se ti capita di essere ne bosco e inizia a piovere, se è estate e sei in un bosco di latifoglie e fresco, e se sei così fortunata da scorgere nelle vicinanze una pianta di bardana, allora ne stacchi una delle più grandi, compreso il suo lungo picciolo e la metti sopra la testa per ripararti dall’acqua! (bada bene, non sto parlando del farfaraccio, l’erba dalle foglie ancora più grandi ma che cresce vicino a ruscelli, torrenti e cascate). Le foglie della Bardana sono talmente ampie da coprire tutta la faccia tanto che un tempo serviva come maschera (da cui il nome comune di Personata). La Bardana è un’erba diffusa ai margini dei sentieri e dei boschi, sui bordi di strade, specie se ombrose, ai bordi di orti e fossati, in ambienti ruderali e macerie, in valli e forre; è nitrofila e predilige terreno mediamente umido e ricco in nutrienti.

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Le sue larghe foglie parlano di ombra e sottobosco: infatti le foglie delle piante sono deputate a catturare e trasformare la luce solare in energia come dei pannelli solari, ma naturalmente bisogna avere anche le condizioni adatte a poter mantenere un lembo espanso, perché se da una parte è conveniente per le funzioni fisiologiche della pianta dall’altra c’è il rischio che si secchi se esposto a sole, o che si rovini e laceri se vegeta in ambienti siccitosi o in posizioni ventose ed esposte; il privilegio di foglie espanse spetta quindi a piante che vivono in ambienti con buona disponibilità di acqua, protetti, riparati e ombrosi. E questi sono gli ambienti frequentati dalla bardana.

La pianta è bienne: il primo anno emette una rosetta basale di foglie verde scuro nella pagina superiore e biancastre inferiormente, belle spanse, a lamina ovata o cuoriforme e picciolate, e sviluppa la radice fittonante carnosa e voluminosa che penetra nella terra in profondità; mentre in primavera del secondo anno si innalzano i fusti ramificati, alti fino a 2 mt, su cui si inseriscono le foglie alterne, prive di picciolo e lanceolate, recanti le infiorescenze. L’infiorescenza è costituita dai capolini (siamo nella famiglia delle Asteracee o Composite) riuniti in corimbi. I capolini sono formati da fiori solo tubulosi, rosaviolacei, circondati da un involucro composto da diverse brattee verdi, uncinate che formano una sorta di riccio di aculei. I piccoli fiori, dalla corolla stretta e a tubo, sono visitati da farfalle di varie specie. Una volta impollinati si formano i frutti, acheni, e nel frattempo le squame uncinate che formano l’involucro attorno al capolino, si seccano in maniera tale da potersi attaccare efficacemente al vello di animali di passaggio e anche ai nostri pantaloni e giacche, approfittandone per essere portati lontano dalla pianta madre e poter raggiungere nuovi orizzonti da colonizzare e dove diffondersi. Alla fine del secondo anno la radice carnosa a fittone è secca (particolare importante perchè se vuoi raccogliere la radice, ricordati, devi cercare quella alla fine del primo anno, dove ancora non ci sono né fiori né frutti!).

Il nome Arctium, (dal greco Orso) si riferisce alla villosità della pianta. Il nome specifico pare derivare dal greco Labein che significa attaccarsi, a ricordare la caratteristica del frutto di aderire ai vestiti e al pelo di animali. Sembra che proprio osservando questa efficace capacità adesiva dei frutti sia stato ispirato l’inventore del velcro.


La pianta risulta conosciuta fin dall'antichità. Si hanno notizie di antica data della sua coltivazione come ortaggio e pianta medicinale. Virgilio ne parla nelle Georgiche descrivendo i frutti che si impigliavano al vello delle pecore. Plinio e Dioscoride la citano col nome di Lappa; Galeno la descrisse come una pianta dalle foglie simili a quelle delle zucche, citandone l’utilità per i disturbi digestivi, come depurativo e cicatrizzante. La sua foglia è descritta e disegnata a grandezza naturale nell’erbario medievale “Herbarium Apulei”, chiamata erba elefantina e citata per i suoi molteplici impieghi officinali. Secondo la Medicina Tradizionale Mediterranea la Bardana ha sia Terra e che Fuoco , e bilanciati. Usata anche nella medicina Tradizionale Cinese e nell’Ayurveda , come rimedio
per raffreddori, influenza, infezioni faringee e polmonite. Culpeper gli attribuisce la segnatura planetaria di Venere, considerandola particolarmente utile al sistema riproduttivo femminile e nello specifico per curare il prolasso uterino, e valido ausilio per rinforzare i reni. La badessa ed erborista medioevale Hildegard Von Bingen la impiegava nel trattamento dei tumori maligni. Nel XIV secolo, in Europa le foglie di Bardana venivano polverizzate nel vino e usate come trattamento per la lebbra.

La Bardana ha un sapore amaro, caldo e dolciastro. La parte usata in erboristeria sono le radici: visto che penetrano in profondità nel terreno è necessario munirsi di una vanga per poter prenderla nella sua interezza, dopo averla circondata attentamente con gli scavi verticali della vanga fino a staccare l’intera zolla in cui cresce. La radice contiene lignani (arctigenina, lappaoli e maitaresinolo); nutrienti quali vitamine del complesso B, amminoacidi, potassio e magnesio; acidi fenolici come acido caffeico, clorogenico ed isoclorogenico; composti polinsaturi (idrocarburi acetilenici dotati di proprietà antibiotiche in generale); principi amari come il deidro-costusicolattone e l'arctiopicrina , tannini e infine inulina: in particolare l’inulina, presente tipicamente nelle radici di molte composte, appartiene alla classe dei prebiotici, componenti alimentari non digeribili che stimolano la proliferazione di numerosi batteri benefici nel colon; favorisce la digestione e regolarizza l’attività intestinale. La stessa inulina assieme alle Vitamine del gruppo B, rende utile la radice di Bardana nel metabolismo dei glucidi come ipoglicemizzante. Le radici possono essere essiccate e usate in decotto, oppure messe a macerare in acqua e alcool per fare una tintura madre da assumere in gocce. Tutta la pianta ha, seppur in misura ridotta, i principi attivi e le proprietà delle radici. Le si attribuisce di rinforzare il sistema immunitario grazie ai polisaccaridi che contiene, e inoltre proprietà antibiotiche grazie ai poliacetileni e agli acidi fenolici.
Infatti nella tradizione popolare si impiegano le foglie pestate e usate come impacco su ferite, su acne e foruncoli purulenti (grazie alle proprietà astringenti e antibatteriche).

Inoltre assunta in tisana, decotto, tintura madre o decotto la pianta ha attività diuretica e sostiene i reni, oltre a stimolare l’attività del fegato e della cistifellia, favorendone gli effetti disintossicanti e di pulizia del sangue, che si riflettono sulla pelle in generale e sui capelli. La pianta infatti viene usata tipicamente anche per chi tende a perdere i capelli, in casi di inizio di alopecia (come già indicato da Dioscoride osservando l’analogia delle setole uncinate con i peli e i capelli). Un decotto di Bardana e la sua applicazione esterna come impacco, sono un ‘ottima cura per chi soffra di acne e di foruncoli. I semi hanno un sapore più pungente rispetto alla radice e sono usati per stimolare in maniera più intensa rispetto alla radice il metabolismo e la digestione, aiutando anche in caso di stipsi.

La radice ha un sapore e un odore piacevole, e viene tradizionalmente mangiata in oriente, dove si trova in vendita essiccata.

All’inizio primavera mi piace raccogliere le giovani foglie, in cui uso solo i piccioli che, dopo aver pulito dalle fibre che li percorrono, mangio crudi in insalata e pinzimonio, beneficiando comunque delle magnifiche proprietà della pianta, utili soprattutto a primavera, proprio quando sono disponibili. La radice è anch’essa molto buona, sia cruda che cotta.

P.S. Queste informazioni sull'uso delle erbe non vanno intese come sostituti della consultazione con il proprio medico o altro operatore sanitario. Quanto scritto non copre tutti i possibili usi, azioni, precauzioni, effetti collaterali o interazioni delle erbe trattate. L’autrice non è responsabile per eventuali effetti avversi o conseguenze derivanti dall'uso delle informazioni riportate. Se stai assumendo altri farmaci/droghe o sei incinta o stai allattando o hai una condizione medica diagnosticata, consulta il tuo medico prima di assumere qualsiasi erba.

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