La Borragine

L'erba che sostiene il Cuore

Datagiovedì 23 aprile 2020

La borragine

Borago officinalis

L’erba che sostiene il cuore

Quando è in fiore è difficile non restare incantati a osservare la bellezza delle sue piccole stelline blu e di quelle rosate , a cinque petali uniti alla base della corolla e impreziositi dalle 5 antere violette; se poi l’osservazione è controluce la pianta assume ancora più fascino grazie alla peluria ispida che forma attorno alla pianta quasi fosse un’aurea luminosa. Basta anche solo guardarla per sentirsi meglio, come un po' sollevati! Il nome Borago pare derivi dal latino, da corago da “cor”= cuore e “ago” = agisco, per la sua capacità di sostenere il cuore scacciando la malinconia e la tristezza, mentre secondo l’origine etimologica celtica borrach (coraggio) ricorda il suo uso per infondere coraggio a coloro che partivano per le Crociate in Terra Santa. Come al solito il nome specifico “officinalis“ indica il suo tradizionale e consolidato impiego come pianta curativa. Già Galeno e Dioscoride la citano come pianta Calda e Umida, che messa a macerare nel vino rallegra e consola l’animo; secondo la Medicina Tradizionale mediterranea infatti è una delle principali piante che dissolve gli effetti negativi della Malinconia e per questo agisce principalmente sul cuore a livello emozionale, e sui polmoni e fegato fisicamente. Interessante notare quanto sia preciso l’abbinamento del Cuore emozionale con i polmoni, perché spesso l’apparato respiratorio è colpito quando c’è una certo grado di tristezza interna…quasi che il muco che ostruisce e fuoriesce dal naso, sia una sorta di cristallizzazione della tristezza del cuore emozionale, come lacrime del Cuore.

Pianta impiegata quindi da tempi antichi, viene usata da Ildegarda di Bingen, monaca filosofa, scrittrice e naturalista nata nel 1098, per le proprietà di risolvere problemi di vista e di udito, applicandola direttamente su occhi e orecchie. E per finire nel Mago di Oz la Borragine è citata in una pozione che permette al leone pauroso di ritrovare il coraggio.

La Borragine, originaria della Siria, è diffusa nella zona mediterranea nei campi coltivati, ai bordi dei sentieri, vicino ai corsi d’acqua; nelle nostre zone la si trova soprattutto coltivata negli orti e inselvatichita attorno agli orti e giardini. Appartiene alla famiglia delle Boraginacee che comprende per la maggior parte specie erbacee tra cui Myosotis, Pulmonaria, Symphytum, Echium….Tra le caratteri distintivi della famiglia ricordo le foglie semplici e alterne, la peluria che ricopre il fusto e le foglie rendendole ruvide, e l’infiorescenza a cima scorpiode, cioè lo stelo che porta i fiori mano a mano che i fiori maturano, si accresce svolgendosi progressivamente in maniera elicoidale e producendo all’apice sempre nuovi fiori.Di conseguenza alla base dello stelo ci sono i fiori più maturi o i primi frutti mentre all’apice i boccioli.

La borragine è una pianta annuale alta tra i 20-60 cm. Le foglie inferiori lungamente picciolate, hanno lamina ovato-lanceolata, margine dentato, ondulato, e nervatura rilevata , le cauline sono lanceolate, brevemente picciolate o amplessicauli. I fiori peduncolati, sono penduli in piena fioritura e di breve durata, riuniti in infiorescenze terminali a cima scorpiode, hanno calice composto da 5 sepali stretti e lanceolati saldati solo alla base, che durante la fioritura si aprono notevolmente, per poi richiudersi sul frutto. La corolla con tubo breve, blu è pentalobata, gli stami sono 5, le antere derivanti dall'unione degli stami , sono violette. I fiori sono impollinati dalle api che distinguono quelli rosa da quelli blu, optando per quelli rosa, che non sono ancora stati impollinati (un messaggio chiaro per le api e un piacevole sfumatura di colori che impreziosisce la pianta per noi).
I frutti sono tetracheni marrone chiaro di forma ovale, molto duri che contengono al loro interno diversi semi di piccole dimensioni e che esternamente hanno peli ispidi che fanno aderire i semi al dorso delle formiche approfittando del loro passaggio per essere trasportati lontano dalla pianta madre.

L

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La Borragine (tutta la pianta) contiene mucillagini (fino al 30%), allantoina, Vitamina C, flavonoidi, saponine, ed è ricca di minerali essenziali quali calcio e potassio, acido palmitico e acidi grassi essenziali Omega-6.
Ha proprietà diuretiche, sudorifere e antinfiammatorie L’effetto antidepressivo della borragine, conosciuto fin dall’antichità, sembra sia dovuto “all’inibizione della ricaptazione della serotonina”, il meccanismo d’azione di molti farmaci antidepressivi di nuova generazione, probabilmente a causa degli alcaloidi pirrolizidinici che contiene (licosamina, amabilina, supinidia, intermedina, e durrina). Purtroppo proprio per queste sostanze la pianta negli ultimi anni è stata esclusa dall’elenco ministeriale delle piante che si possono impiegare come integratori: tali alcaloidi purtroppo sono tossici per il fegato e cancerogeni. Fortunatamente la Borragine ne ha un basso contenuto altrimenti non si spiegherebbe l’uso tradizionale ancora presente in tante zone d’Italia di mangiarla. Si usa cotta assieme ai ceci, come ripieno di tortelloni, nelle minestre o semplicemente saltata in padella; le foglie hanno un retrogusto dolciastro che ricorda vagamente l’odore del cetriolo. Proprio grazie all’impiego comunemente diffuso della pianta in cucina che non pare correlato a proble,i al fegato nella popolazione che la mangia treadizionalmente (Liguria, Toscana, Marche e Sud Italia) mi permetto di sperare che nel fitocomplesso la parte tossica venga disattivata perdendo la tossicità: ai ricercatori “l’ardua sentenza”). Si perché la pianta, a differenza di un farmaco, ha all’interno un insieme di sostanze che formano il fitocomplesso e che interagiscono creando un effetto finale ben diverso da quello che otterremmo semplicemente estraendo le singole sostanze e unendole in una provetta, e ancor più sperimentandole singolarmente. Per questo motivo ad esempio le piante non hanno effetti collaterali importanti come i farmaci (naturalmente escluso le piante tossiche e velenose) e inoltre hanno una grande varietà di indicazioni fisiologico funzionali su chi le assume, proprio grazie alla cascata di effetti che producono per l’azione del fitocomplesso, e non del singolo principio attivo; mentre il farmaco di sintesi in genereè più specifico proprio perché c’è un solo principio attivo.

I semi sono l’unica parte della pianta a non contenere gli alcaloidi pirrolozidinici, per questo rientrano nell’elenco ministeriale degli integratori permessi. L’olio che se ne ricava è ricco di acidi grassi polinsaturi con proprietà ipocolesterolemizzante e in particolare l’acido gamma linoleico (GLA), precursore delle prostaglandine, che vi è contenuto, ha un effetto inibitore sull’aggregazione piastrinica, e di riduzione della pressione sanguigna..

Personalmente adoro raccogliere i fiori, le piccole stelline blù, e impiegarle per decorare insalate, cristallizzarle con chiara d’uovo e zucchero a velo e conservarli nei cubetti di ghiaccio, da far sciogliere nelle bevande estive liberando la piccola sorpresa blù all’interno. L’infuso dei fiori, fatto mettendoli in acqua bollente e lasciandoveli per pochi minuti, assume una colorazione blù.

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