La borsa di pastore
Comune pianta dei prati ricca di virtù curative
La borsa del pastore
(Capsella bursa pastoris)
In questi giorni tra l’erba bassa dei prati spiccano isolati qua e là i fusti della Borsa di pastore. Sono semplici e di certo non appariscenti, ma che a ben guardare attraggono l’attenzione. Mia figlia Gaia la chiamava “l’erba dei cuoricini” perché infatti , mano a mano che il fusto si allunga producendo in cima via via nuovi piccoli fiori bianchi, appena sotto i fiori si formano appunto i cuoricini verdi, messi in fila ordinati, alterni e disposti un po' a spirale, da cui il nome anglosassone “Mother’s heart”. Il nome “Capsella”, che viene dal latino capsa, "cassetta” , e “bursa pastoris” si riferisce alla somiglianza delle silique con la bisaccia dei pastori contenente il sale pastorizio da dare alle bestie. (entrambi i nomi sono stati dati nel 1792 dal botanico tedesco Friedrich Kasimir Medicus).
Diffusa quasi in tutto il mondo, ama gli ambienti antropizzati come i prati, le aie delle case di campagna, i bordi delle strade, gli orti e gli ambienti ruderali in genere.Appartiene alla famiglia delle Brassicacee o Crucifere, e infatti presenta i segni tipici della famiglia: i composti solforati al suo interno, i fiori a 4 petali disposti a croce e i frutti che sono silique (come meglio spiegato nella scheda della senape): in questo caso le due valve formano il cuore, e una volta mature si aprono liberando i piccoli semi attaccati al setto centrale.
Quest’erba prima della fioritura forma rosette basali che si possono confondere con il tarassaco, ma a ben guardare i lobi sono diversi: le foglie, oblanceolate, sono profondamente lobate e talvolta pennate. A fine inverno si iniziano a formare i fusti, recanti in cima l’infiorescenza a racemo ancora compatta. Via via che si aprono i fiori (piccoli e bianchi) il fusto si allunga, e mano a mano che i fiori vengono impollinati e si trasformano nei piccoli frutti a cuore, il fusto continua ad allungarsi dando luogo continuamente a nuovi fiori. Come avviene quasi sempre in natura, allo svilupparsi del fusto con i fiori e frutti, le foglie alla base perdono forza e divengono sempre più piccole quasi insignificanti. Lungo il fusto comunque si formano piccole foglie lanceolate, sessili e alterne. A parte il periodo di maggiore siccità estiva, la pianta riesce a fiorire continuamente, anche grazie alla velocità di germinazione dei semi, che appena caduti formano nuove plantule. I semi poi contengono sulla superfice mucillagine, e basta poca umidità per far formare una sostanza gelatinosa e viscosa che cattura e uccide i piccoli insetti…meccanismo di difesa estremamente efficace.
Tra le sostanza contenute nella pianta in fiore ci sono flavonoidi (rutina, luteolin-7rutinoside, diosmina, quercetina e esperidina); l’acido bursinico, tannini, acetilcolina, sali minerali, Vit K, alcaloidi (burserina), saponine, mucillagini e composti solforati. E’ grazie all’acido bursinico, dalle riconosciute proprietà emostatiche, che la borsa di pastore è tradizionalmente impiegata in emorragie uterine e fibromi. L’Acetilcolina, un neurotrasmettitore del sistema parasimapatico, le conferisce proprietà diuretiche, facendo contrarre la vescica urinaria e l’uretere, e inoltre abbassa la febbre ed è sudorifera. Inoltre si sono studiati gli effetti antitumorali dovuti probabilmente a luteolina, quercitina e acido fumarico. La pianta in fiore ha proprietà astringenti, vasocostrittrici, emostatiche e antiemorragiche e per questo viene impiegata su ferite, sangue al naso, e mestruazioni abbondanti (grazia alla sua capacità di far contrarre la muscolatura dell’utero regolarizzandone il flusso). Grazie alla presenza di sostanze solforate ha anche proprietà espettoranti ed emollienti. Inoltre a seguito di diverse ricerche scientifiche, è stata dimostrata la capacità di influenzare la pressione sanguigna e di aumentare la forza contrattile del cuore e di agire sulla frequenza del battito. Inoltre, le preparazioni a base delle sue radici esplicano attività antibatteriche, specie nei confronti dei batteri Gram-negativi.
La borsa di pastore è usata anche in omeopatia, in caso di gambe pesanti, verne varicose, ulcere e sanguinamenti.
N.B.: in caso di malattie importanti consultare sempre un medico, evitando cure fai da tè. La posologia varia a seconda delle estrazioni (infuso, polvere, tintura…) e del prodotto.
In genere si fa l’infuso nella misura di 1 cucchiaio raso di borsa pastore sommità fiorite per 1 tazza d’acqua. Si versa la pianta nell’acqua bollente, si copre e si spegne il fuoco. La si lascia in infusione per 10 min. ppoi si filtra e si beve, meglio se lontano dai pasti. Se si usa la pianta fresca si deve raddoppiare la dose (perché la pianta fresca contiene acqua, quindi si calcola circa il doppio del peso e del volume).
Controindicazioni: Per le sue proprietà la borsa pastore è controindicata durante la gravidanza e l'allattamento e in caso di problemi cardiaci e pressori.
In natura si può trovare anche Capsella rubella, molto simile e che si riconosce principalmente per il colore rossastro dei petali e dei fusti.
A uno sguardo sommario è facile confondere Calepina irregularis , per la Borsa di pastore. La sua siliqua è piccola e ovale, produce molte foglie anche durante la fioritura: queste sono sviluppate, tenere ed hanno i lobi arrotondati; dai fusti ramosi e prostrato-ascendenti, forma nuclei abbondanti quasi monospecifici. La pianta pare non aver impiego officinale, mentre può essere mangiata, cruda o cotta, col caratteristico sapore vagamente piccante simile ai cavoli, tipico della famiglia delle brassicacee. La Calepina ha origine nelle zone meridionali d'Europa e nel Nord Africa.