La borsa di pastore

Comune pianta dei prati ricca di virtù curative

Datamartedì 31 marzo 2020

La borsa del pastore

(Capsella bursa pastoris)

In questi giorni tra l’erba bassa dei prati spiccano isolati qua e là i fusti della Borsa di pastore. Sono semplici e di certo non appariscenti, ma che a ben guardare attraggono l’attenzione. Mia figlia Gaia la chiamava “l’erba dei cuoricini” perché infatti , mano a mano che il fusto si allunga producendo in cima via via nuovi piccoli fiori bianchi, appena sotto i fiori si formano appunto i cuoricini verdi, messi in fila ordinati, alterni e disposti un po' a spirale, da cui il nome anglosassone “Mother’s heart”. Il nome “Capsella”, che viene dal latino capsa, "cassetta” , e “bursa pastoris” si riferisce alla somiglianza delle silique con la bisaccia dei pastori contenente il sale pastorizio da dare alle bestie. (entrambi i nomi sono stati dati nel 1792 dal botanico tedesco Friedrich Kasimir Medicus).

Diffusa quasi in tutto il mondo, ama gli ambienti antropizzati come i prati, le aie delle case di campagna, i bordi delle strade, gli orti e gli ambienti ruderali in genere.Appartiene alla famiglia delle Brassicacee o Crucifere, e infatti presenta i segni tipici della famiglia: i composti solforati al suo interno, i fiori a 4 petali disposti a croce e i frutti che sono silique (come meglio spiegato nella scheda della senape): in questo caso le due valve formano il cuore, e una volta mature si aprono liberando i piccoli semi attaccati al setto centrale.

Quest’erba prima della fioritura forma rosette basali che si possono confondere con il tarassaco, ma a ben guardare i lobi sono diversi: le foglie, oblanceolate, sono profondamente lobate e talvolta pennate. A fine inverno si iniziano a formare i fusti, recanti in cima l’infiorescenza a racemo ancora compatta. Via via che si aprono i fiori (piccoli e bianchi) il fusto si allunga, e mano a mano che i fiori vengono impollinati e si trasformano nei piccoli frutti a cuore, il fusto continua ad allungarsi dando luogo continuamente a nuovi fiori. Come avviene quasi sempre in natura, allo svilupparsi del fusto con i fiori e frutti, le foglie alla base perdono forza e divengono sempre più piccole quasi insignificanti. Lungo il fusto comunque si formano piccole foglie lanceolate, sessili e alterne. A parte il periodo di maggiore siccità estiva, la pianta riesce a fiorire continuamente, anche grazie alla velocità di germinazione dei semi, che appena caduti formano nuove plantule. I semi poi contengono sulla superfice mucillagine, e basta poca umidità per far formare una sostanza gelatinosa e viscosa che cattura e uccide i piccoli insetti…meccanismo di difesa estremamente efficace.

Tra le sostanza contenute nella pianta in fiore ci sono flavonoidi (rutina, luteolin-7rutinoside, diosmina, quercetina e esperidina); l’acido bursinico, tannini, acetilcolina, sali minerali, Vit K, alcaloidi (burserina), saponine, mucillagini e composti solforati. E’ grazie all’acido bursinico, dalle riconosciute proprietà emostatiche, che la borsa di pastore è tradizionalmente impiegata in emorragie uterine e fibromi. L’Acetilcolina, un neurotrasmettitore del sistema parasimapatico, le conferisce proprietà diuretiche, facendo contrarre la vescica urinaria e l’uretere, e inoltre abbassa la febbre ed è sudorifera. Inoltre si sono studiati gli effetti antitumorali dovuti probabilmente a luteolina, quercitina e acido fumarico. La pianta in fiore ha proprietà astringenti, vasocostrittrici, emostatiche e antiemorragiche e per questo viene impiegata su ferite, sangue al naso, e mestruazioni abbondanti (grazia alla sua capacità di far contrarre la muscolatura dell’utero regolarizzandone il flusso). Grazie alla presenza di sostanze solforate ha anche proprietà espettoranti ed emollienti. Inoltre a seguito di diverse ricerche scientifiche, è stata dimostrata la capacità di influenzare la pressione sanguigna e di aumentare la forza contrattile del cuore e di agire sulla frequenza del battito. Inoltre, le preparazioni a base delle sue radici esplicano attività antibatteriche, specie nei confronti dei batteri Gram-negativi.

La borsa di pastore è usata anche in omeopatia, in caso di gambe pesanti, verne varicose, ulcere e sanguinamenti.

N.B.: in caso di malattie importanti consultare sempre un medico, evitando cure fai da tè. La posologia varia a seconda delle estrazioni (infuso, polvere, tintura…) e del prodotto.

In genere si fa l’infuso nella misura di 1 cucchiaio raso di borsa pastore sommità fiorite per 1 tazza d’acqua. Si versa la pianta nell’acqua bollente, si copre e si spegne il fuoco. La si lascia in infusione per 10 min. ppoi si filtra e si beve, meglio se lontano dai pasti. Se si usa la pianta fresca si deve raddoppiare la dose (perché la pianta fresca contiene acqua, quindi si calcola circa il doppio del peso e del volume).

Controindicazioni: Per le sue proprietà la borsa pastore è controindicata durante la gravidanza e l'allattamento e in caso di problemi cardiaci e pressori.

In natura si può trovare anche Capsella rubella, molto simile e che si riconosce principalmente per il colore rossastro dei petali e dei fusti.

A uno sguardo sommario è facile confondere Calepina irregularis , per la Borsa di pastore. La sua siliqua è piccola e ovale, produce molte foglie anche durante la fioritura: queste sono sviluppate, tenere ed hanno i lobi arrotondati; dai fusti ramosi e prostrato-ascendenti, forma nuclei abbondanti quasi monospecifici. La pianta pare non aver impiego officinale, mentre può essere mangiata, cruda o cotta, col caratteristico sapore vagamente piccante simile ai cavoli, tipico della famiglia delle brassicacee. La Calepina ha origine nelle zone meridionali d'Europa e nel Nord Africa.

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