La calendula

La carezza della mamma

Datamartedì 07 aprile 2020

La Calendula o Fiorrancio

La carezza della mamma

Quando penso alla calendula mi viene in mente la delicata carezza di una mamma che fa passare con dolcezza e amore la “bua” al proprio amato bimbo. Un conforto, un sorriso, un sollievo, un delicato abbraccio che ristora le ferite della pelle ma anche certe ferite interiori. Ti auguro di avere la possibilità di trovarti in un prato di calendule per poter sentire quel sostegno amorevole che dai fiori aperti come piccoli soli e giallo arancio come il colore di certe tuniche di monaci buddisti, pervade il cuore donando una pacifica gioia quasi estatica. Raccoglierne i fiori è già una cura inebriante, che calma, dona serenità e allieta il cuore, e che tra l’altro possiamo fare senza sensi di colpa perché più fiori raccogliamo più ne prolunghiamo la fioritura. Proprio quei fiori che secondo il mito greco erano le lacrime di Afrodite disperata per la morte del giovane Adone.

Ci sono 2 specie di Calendula utili: quella selvatica Calendula arvensis, e quella coltivata Calendula officinalis.

Calendula arvensis, come suggerito dal nome specifico, predilige terreni arati (arvensis deriva da arvum cioè campo, suolo arato). E’ una erba termofila, molto comune al sud e al centro Italia mentre al nord cresce in pendii, vigne, campi lavorati, margini assolati di sentieri, in quei piccoli microclimi protetti alla base di marciapiedi o di sassi, dove ci sia un terreno per diversi motivi nudo (perché lavorato, perché, bruciato o perché diserbato). Mentre al sud forma fitti tappeti in fiore durante il periodo più freddo, dalle nostre parti inizia a fiorire a marzo e continua per qualche settimana finchè il clima non divenga troppo caldo e siccitoso. Il nome calendula deriva da Calende a indicare che fiorisce praticamente tutto l’anno (nell’areale mediterraneo da cui trae origine il nome), anche se in genere mal tollera i geli invernali e la siccità estiva per cui a volte è annua. Quando la raccolgo mi ritrovo nel giro di poco tempo ad avere le mani appiccicose e impregnate del suo intenso odore….è l’effetto della resina aromatica che è secreta dalla pianta e che emana un caratteristico aroma acre e intenso, quasi in contrasto con la apparente delicatezza dei fiori. I fiori sono dei piccoli capolini (appartiene alla famiglia delle composite o asteracee) con i fiori centrali tubulosi a cui fan corona attorno quelli ligulati. Fioriscono al mattino è già a mezzogiorno iniziano a chiudere le corolle, per poi riaprile il mattino successivo. La calendula arvensis ha fusti ramificati, arcuato-ascendenti o eretti e cosparso di peli, alti da 10 a 50 cm al massimo. Ha piccole foglioline ovali verde chiaro alterne e di forma oblanceolato-spatolata

La calendula coltivata (Calendula officinalis) ha fiori, fusto e foglie più grandi e robuste; il fusto è ramificato, carnoso; i capolini sono grandi 3-5 cm, costituiti da 35 a 400 fiori femminili ligulati alla periferia disposti in densa corona generalmente in due serie, e da fiori tubulosi maschili al centro a costituire un disco piano. I petali dei fiori ligulati assumono tonalità graduali dal giallo zolfo al giallo scuro e talvolta all'arancione. Anch’essa è mediterranea, in senso ancor più limitato rispetto all’arvensis, ma che troviamo spesso nei giardini, riprodursi di anno in anno dai semi e talvolta bienne, se non addirittura pluriennale (a seconda del clima). I Romani la chiamavano solsequium = che segue il sole, poiché i fiori sbocciano quando il sole splende e sono sempre rivolti verso di esso. Nei testi medievali è citata come solis sponsa (sposa del sole). Viene chiamata anche fiorrancio per il suo acceso colore arancione.

Impiegata fin dai tempi antichi, in Ayurveda la Calendula è simbolo di guarigione, usata come vulnerario, antispasmodico, su ferite non troppo profonde, come collirio, per lenire le punture di insetti e per aiutare in caso di disturbi digestivi. Nella Medicina Tradizionale Cinese (MTC) è utilizzata per mantenere ed aiutare la salute della pelle e per stimolare il microcircolo. Nella Medicina Tradizionale Mediterranea è considerata calda e secca, in grado di astringere e pulire, utile quindi come cicatrizzante, e inoltre per alzare il Calore naturale, scacciare la Malinconia e rafforzare il cuore; impiegata sull’apparato genitale femminile e polmonare dove fluidifica i muchi viscosi, toglie l’infiammazione intestinale e cura la diarrea. Nella tradizione delle culture dei Nativi Americani è impiegata per alleviare i disturbi dello stomaco

Ildegarda di Bingen (la santa guaritrice, compositrice e filosofa vissuta in Germania nel 1100 ) scriveva: “La calendula è fredda e umida, contiene molta viridità ed è efficace contro il veleno. Chi ha ingurgitato qualcosa di velenoso o gli è stato introdotto, cuocia la calendula nell'acqua e dopo aver tolto l'acqua con la pressione la ponga calda sullo stomaco. Questo rende il veleno debole ed esso verrà rigettato, perchè la forza e freschezza della viridità della calendula scioglie il veleno”.

Nicholas Culpeper, un botanico ed astrologo del XVII secolo, scrisse il succo mescolato con l’aceto poteva essere usato come impacco per la pelle e per il cuoio capelluto e ne consigliava l’infuso per il beneficio al cuore.

La segnatura planetaria della calendula è sia Sole (che troviamo nella forma e colore dei fiori e nell’aroma ricco di olio essenziale), quindi protezione, luce, calore, sia Luna, quindi acqua, ciclicità ormonale femminile, organi riproduttivi…e a ben guardare i semi assomigliano a falce di luna (tra l’altro lungo il lato esterno hanno piccoli uncini che permettono ai semi di aderire al dorso di formiche che così possono trasportarli e diffonderli lontano dalla pianta madre).

La scienza conferma gli usi antichi, derivati da osservazioni analogiche ed energetiche, con la presenza dei principi attivi trovati nei capolini fiorali e in minor misura nelle foglie: contiene xantofilla e composti carotenoidi (licopene, calendulina e carotene), flavonoidi (quercitina, narcissina,isoramnetina), olio essenziale (monoterpeni e sesquiterpeni), polisaccaridi, mucillagini, resine e saponine, gomme, sostanze amare, composti triterpenici (faradiolo, taraxasterolo, arnidiolo,calenduladiolo, ursatriolo), vitamina C, composti azotati (allantoina), acido salicilico. In generale l’azione è antinfiammatoria, antibatterica, antisettica, cicatrizzante, decongestionante, lenitiva, idratante, coleretica, emmenagoga, ipotensiva, vasodilatatrice periferica, antispasmodica, utile in forme erpetiche ed infezione cutanee per l'azione immunostimolante ed antivirale della frazione polisaccaridica presente. I componenti dell'olio essenziale presenti sono responsabili dell'attività antimicrobica, antifungina ed antivirale; si è verificata la sua nei confronti dei batteri Gram-positivi. (Staphylococcus aureus, Streptococcus beta-emolitico, Klebsiella Phneumonia, Bacillus subtilis Sarcina lutea e altri ceppi batterici - verificato con l’estratto delle foglie su disco di agar agar).

Ora vediamo meglio e più semplicemente come e quando impiegarla: credo che una dei preparati più conosciuti a base di calendula sua la crema o pomata, usata spesso dalle mamme sulla pelle delicata dei neonati, ha la capacità di sfiammare e calmare in caso di dermatiti, piaghette, ustioni, arrossamenti e irritazioni cutanee, piaghe, ulcere, geloni, screpolature, ragadi (ottima per le ragadi al seno della nutrice), bruciature, eczemi squamosi, pelle secca, screpolature, dermatosi eritematose, geloni, calli, verruche; utile anche su micosi, come la candida. La puoi fare anche tu: basta fare un oleolito con i fiori e, una volta filtrato, aggiungervi una piccola parte di cera d’api per dare la consistenza desiderata.

Allo stesso modo puoi fare un impiastro, un cataplasma, un semplice impacco con cotone imbevuto dell’acqua di infusione della pianta, oppure mettere nella vasca da bagno i fiori, o ancora usare l’oleolito di calendula e i fiori stessi per fare un sapone delicato e particolarmente rispettoso della pelle.

La sua azione riepitelizzante è valida anche sulle mucose interne: utile quindi in caso di mal di gola e afte (come gargarismi del decotto), acidità di stomaco e ulcere, infiammazioni genitali. Inoltre, come già accennato, è utile come regolatrice del ciclo, in caso di mestruazioni dolorose, dismenorrea e alterazioni del ciclo mestruale, con spiccata proprietà emmenagoga, grazie al calore che contiene. Lo stesso calore che la rende utile in caso di uno stomaco stanco e freddo, aiutando il processo digestivo, e, come suggerito dal suo colore giallo come appunto la bile gialla, favorisce il lavoro del fegato e la produzione della bile da parte della cistifellea. Infine è impiegata anche in caso di influenza, tosse e raffreddore (usata in decotto) sia per il calore che le conferisce proprietà sudorifere sia per l’attività antibatterica.

La puoi prendere in infuso (1-2 cucchiaini di petali essiccati in 1/4 l di acqua bollente, lasciare in infusione per 10 minuti e poi filtrate. Berne una tazza 1-2 volte al giorno lontano dai pasti); oppure lo stesso quantitativo può essere fatto sobbollire per 10 minuti (decotto), poi riposare per altri 10 minuti: da bere a digiuno per combattere catarro, tosse, febbre e stati influenzali. Compressa: immergete una compressa di garza o cotone nell’infuso ed applicate sulla parte dolente. Ottimo per far rimarginare le ferite ed in caso di irritazioni cutanee. Unguento a base di oleolito di fiori di calendula, da usare su tagli e screpolature. Spremuta: spremi la pianta intera, tranne la radice, e mettete il succo su verruche, calli o ferite.

Da ultimo vi ricordo il suo uso in cucina, iniziato in tempi antichi quando era chiamata anche zafferano dei poveri, per l’uso di contraffare lo zafferano con la polvere dei fiori di calendula. I fiori freschi, i boccioli, le foglioline (anche se per me meno buone) possono essere aggiunte alle insalate, sia allo scopo di portare bellezza e colori, sia per il valore curativo, nutritivo e il sapore interessante. I boccioli, come quelli di tante altre asteracee mangerecce, possono essere messi via come sottaceti.

P.S. Queste informazioni sull'uso delle erbe non vanno intese come sostituti della consultazione con il proprio medico o altro operatore sanitario. Quanto scritto non copre tutti i possibili usi, azioni, precauzioni, effetti collaterali o interazioni delle erbe trattate. L’autrice non è responsabile per eventuali effetti avversi o conseguenze derivanti dall'uso delle informazioni riportate. Se stai assumendo altri farmaci/droghe o sei incinta o stai allattando o hai una condizione medica diagnosticata, consulta il tuo medico prima di assumere qualsiasi erba.

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