La melissa

La pianta che rallegra il Cuore e solleva lo Spirito

Datamercoledì 01 aprile 2020

MELISSA (Erba limona, Cedronella)

La pianta che rallegra gli animi e scaccia la malinconia

Il nome Melissa viene da Mile (meli)e si riferisce aella Ninfa Melissa,

"produttrice di miele". Secondo l’antico mito greco, quando Zeus, ancora fanciullo fu nascosto dalla mamma Rea per evitare che il padre Crono lo mangiasse (così soleva fare con i figli onde evitare che gli usurpassero il trono!), venne nutrito dalla Ninfa col miele da lei prodotto. Il nome “officinalis”, che troviamo nelle più importanti piante medicinali, indica l’antico uso come pianta delle officine degli speziali.

Tutte le volte che annuso la melissa o che mi capita di farla annusare a chi mi è vicino, la reazione è sempre la stessa: un grande inspiro col sorriso sulle labbra e gli occhi quasi socchiusi, seguito da un profondo espiro accompagnato da un’inevitabile “aaaaah!” che indica “ora sì”, “ora sto meglio”, “che meraviglia!”, e in quell’espiro si lasciano andare le tensioni, le preoccupazioni, i pesanti fardelli che spesso ci affliggono, le ansie…ed ecco che in questa semplice atto si cambia energia, si cambia stato d’animo; proprio come espresso in maniera precisa nel 1000 da Ildegarda di Bingen, che disse sulla melissa “rallegra gli animi, scaccia la malinconia donando calma e stato vigile”. In poche parole la badessa di Bingen, descrisse meravigliosamente l’effetto della melissa, che avviene semplicemente anche solo annusandola: rallegra il Cuore, infatti ci fa inconsapevolmente sorridere, solleva lo Spirito perché in quell’espiro ci liberiamo delle pesantezze e scacciando la malinconia e diventando più leggeri, e infine dona uno stato vigile perché una parte dei principi volatili della pianta sono citrati, simili al limone, e donano una sferzata di energia, ma al tempo stesso ci calma, eliminando ansia e stress. Una perfetta descrizione più psicosomatica che fisiologica, ma che ci dice tutto della pianta.

Ma procediamo con ordine. Innanzi tutto ti presento la melissa: è un’erba perenne molto comune nelle siepi, ai margini dei boschi, in terreno tendenzialmente ricco di humus. Appartiene alla famiglia delle Lamiacee o Labiate: tra i caratteri distintivi della famiglia c’è il fusto, che è sempre quadrangolare, le foglie che sono decussate (cioè si inseriscono ai nodi, a coppie e opposte, e ogni paio di foglie è disposta a 90° rispetto a quella sopra e a quella sotto). I fiori, in genere non molto grandi, sono a fauce e presentano una sorta di labbro superiore e di labbro inferiore, da cui deriva il termine “Labiate”. Quest’erba produce molti fusti fogliosi ed è rizomatosa (la puoi quindi moltiplicare semplicemente prendendo un pezzettino di rizoma e interrandolo). Le gemme durante l’inverno sono protette nella lettiera di foglie che le ricopre. Le foglie sono cuoriformi e il margini è formato da denti arrotondati; le foglie e la pianta sono di un bel verde sciro e sono più o meno pelose (ho notato che le piante che stanno ai margini dei sentieri e nei bordi dei campi, in posizioni più assolate, in genere sono più pelose ed hanno un aroma meno intenso - probabilmente si tratta di Melissa officinalis subsp. altissima; mentre quelle più profumate hanno le foglie in genere quasi lucide e prediligono posizioni ombrose). Le foglie sono cosparse di cellule oleifere che contengono l’olio essenziale, dal profumo che ricorda il limone. E’ sufficiente sfregarle dolcemente per sentirne l’aroma penetrante, mentre se la “strapazziamo” eccessivamente il suo profumo citrato svanisce. L’aroma è formato da elementi estremamente volatili tanto da scomparire velocemente. Infatti una volta esiccata perde il suo soave aroma pur mantenendone le proprietà. Per lo stesso motivo è una delle piante con bassissima resa di olio essenziale (che varia dallo 0,01 allo 0,03 % di foglie e fiori).I fiori compaiono in estate e sono quasi insignificanti, piccoli e color giallo pallido, a fauce, formati da una corolla bilabiata il cui labbro superiore è costituito da 2 lobi ripiegati verso l’alto e quello inferiore più grande, formato da 3 lobi. Molto amati dalle api (da cui il nome e il mito greco) sono impollinati anche da altri insetti, sia ditteri che imenotteri. Il frutto è formato da 4 piccoli acheni che, a maturità cadono per terra per essere poi dispersi da insetti, specialmente formiche.

La melissa può essere raccolta più volte all’anno (dipende molto dall’ambiente di crescita e dall’andamento stagionale); una volta recisa alla base ributta velocemente nuovi fusti e dalle mie parti, nell’appennino bolognese a circa 500 mt di altitudine, riesco a raccoglierla almeno 3 volte da maggio a settembre. Una volta raccolta la essicco in graticci all’ombra, avendo cura di non smuoverla, perché le foglie sono molto delicate e possono imbrunirsi facilmente. Appena essiccata la ripongo in sacchi di carta per mantenerla per un anno.

La melissa può anche essere impiegata in cucina: mi piace cristallizzarla con una pennellata di chiara d’uovo su cui spargo zucchero a velo, oppure la impiego per aromatizzare insalate e altri piatti delicati.

Oltre che in infuso (nella dose di un cucchiaio di erba essiccata per mezzo litro d’acqua: portare a ebollizione, spegnere e lasciare riposare coperto per 10 minuti, quindi filtrare e sorseggiare), la uso in tintura madre o in sciroppo (molto impiegato in Alto Adige).

Veniamo ora alle proprietà di questa preziosa erba:

Le proprietà medicamentose della Melissa sono note fin dall’antichità: Plinio il vecchio la ricorda come un fiore in grado di rallegrare; nella medicina araba serviva ad allontanare le inquietudini dello spirito, scacciare i pensieri melanconici e i cattivi umori, mentre Dioscoride nel 1 sec. D.C. la consigliava in caso di disturbi all’intestino. Il medico persiano Avicenna (980 – 1037) riconobbe nella Melissa virtù rasserenanti per lo spirito e infine le suore Carmelitane preparavano la famosa acqua contro gli isterismi, un piacevole cordiale da sorseggiare in caso di svenimento, digestiva, rilassante, antispasmodica, utile per ritrovare forza e serenità.

Secondo la Medicina Tradizionale Mediterranea ha qualità calda e secca, e come tale scalda e asciuga; utilizzata per eliminare nausea, ottima per lo stomaco, utile per migliorare la memoria; aiuta la digestione, mitiga il mal di testa e gli spasmi intestinali.

Tutta la pianta contiene: Olio essenziale (con le aldeidi citronellale e geraniale); Flavonoidi (quercetina e apigenina); derivati dell’acidi caffeico; acido rosmarinico; Mucillagini, glicosidi e sostanze amare.

Mi piace usare la melissa in caso di ansia, in quei momenti della vita in cui si perde la fiducia che tutto possa andare bene. Personalmente la associo a una sorta di conforto che ci fa riaprire alla Vita, placando inquietudini, paure, ansie che spesso si manifestano in difficoltà digestive, palpitazioni del cuore, insonnia, nausea, acidità di stomaco e gastriti, agitazioni di vario genere, mal di testa, spasmi. Utile in caso di panico e trauma, calma il battito cardiaco, abbassa la pressione e calma una respirazione troppo veloce.

E’ una pianta particolarmente affine ai noi donne, adatta a placare il nervosismo e gli spasmi che spesso accompagnano il ciclo, utile in caso di amenorrea e dismenorrea, ma anche preziosa in gravidanza quando l’utero si contrae prima del termine.

Inoltre ha proprietà antiossidanti e antivirali specie sul virus dell’herpes simplex.

Si può impiegare tranquillamente, ma è meglio evitarne un uso prolungato perché può portare ad una diminuzione dell’attività tiroidea.

In omeopatia è usata come rimedio contro le irregolarità del ciclo mestruale.

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