la Lunaria

L'Erba Luna

Datavenerdì 10 aprile 2020

LUNARIA

L’erba Luna

Lunaria annua L.

E’ un erba bella in tutte le stagioni; ora, a primavera ormai inoltrata, si fa notare grazie ai suoi fusti svettanti portanti a ogni ramificazione ghirlande di fiori rosa fucsia; e in autunno la ritroviamo forse ancora più bella, quando i frutti maturi e secchi chiamano lo sguardo perché simili alla luna. I rami divengono secchi e bianchi e i frutti sono dei dischi simili a monete schiacciate e dal colore argenteo madreperlaceo, e spesso sono raccolti per composizioni floreali invernali, donando una particolare atmosfera. Si tratta proprio della Lunaria (Lunaria annua), il cui nome ricorda l’evidente somiglianza dei frutti con il disco della luna piena. E’ un erba bienne (talvolta perenne - nonostante il nome specifico dato da Linneo, annua), che cresce lungo le siepi, ai bordi delle strade, in ambienti mesofili, ombreggiati, margini dei boschi, dalla pianura fino a 900 mt di altitudine.

Appartenente alla famiglia delle Brassicacee o Crucifere, è anche chiamata Monete del Papa, medaglie di Giuda o Erba Luna. Già a fine inverno spuntano dalla radice carnosa le foglioline basali, lungamente picciolate, ovate e cordate alla base, dal margine dentato, in genere in numero di 3 o 4, a preannunciare la sua vigorosa crescita. Il fusto è ramificato, e porta le foglie, opposte e verso l’alto via via sempre meno picciolate. Nella porzione superiore dei fusti si formano i boccioli dei fiori, portati in mazzetti. La pianta fiorisce tra aprile e maggio, formando nuvole porpora rosate alle basi ombrose delle siepi e dei cigli stradali boscati. I fiori sono formati da 4 petali e 4 sepali (caratteristica della famiglia) dal color lilla rosato, portanti 6 stami centrali, di 4 lunghi e 2 più brevi (altra caratteristica della famiglia); dall’ovario supero, una volta impollinato, si formano le silique (i frutti di questa famiglia); queste sono verde limone, dapprima piccole e allungate poi mano a mano che i fusti si allungano portando in cima sempre nuovi fiori, le silique più vecchie, alla base, maturano dando luogo a una sorta di moneta verde traslucida. In estate, i fusti progressivamente si seccano, trasformando le silique in un disco chiaro e traslucido, dove si intravvedono i semi schiacciati all’interno (da cui il nome Monete del Papa). Una volta giunto a maturazione le due valve membranacee e trasparenti che ricoprono i semi si aprono cadendo a terra, liberando i semi e lasciando solitari i setti color della luna (Erba Luna appunto), che rimangono attaccati ai rami ormai secchi e bianchi, rendendo la pianta anche da secca evidente nell’ambiente ombroso dove cresce.

Pianta ornamentale che dà soddisfazione quando seminata nelle parti ombrose dei giardini, all’ombra di querce o altre latifoglie, dove può formare fitti tappeti che anno dopo anno si propagano colonizzando nuovi spazi, fino ad arricchire con la sua presenza i margini stradali, i fossi, gli orti e i giardini dei vicini… Non ha particolari esigenze, non necessita di essere annaffiata…insomma niente può fermare questa meraviglia!

Come già visto in altre piante della stessa famiglia, anche nella Lunaria troviamo principi solforati che le danno proprietà e sapori simili a quelli del cavolo.

La pianta contiene acido nervonico, presente naturalmente anche nel latte materno, e per questo impiegato per integrare il latte nei parti prematuri; inoltre aiuta a mantenere sveglio e attivo il cervello, come stanno dimostrando studi per il trattamento di malattie come Sclerosi multipla e Alzheimer. Ricca in vitamina C e glucosidi solforati, ha proprietà antiossidanti e resistenza al cancro; in generale il suo sapore caldo e piccante dovuto appunto ai composti solforati in essa contenuti la rende utile per aumentare le difese immunitarie, e inoltre ha attività antibatterica e più in generale scalda, stimola l’appetito e la digestione e mette in movimento l’energia vitale, tanto che secondo alcune tradizioni, è considerata afrodisiaca.

I suoi semi sono molto piccanti (similmente a quelli della senape), pestati nel mortaio o frullati danno un condimento molto piccante e caldo. Il gusto piccante si sviluppa per una reazione enzimatica, 10-15 minuti dopo aver messo acqua fredda sui semi tritati, grazie all’azione che l’enzima (mirosinase) svolge sul glucoside sinigrina, producendo un composto solforato; per rendere il sapore meno piccante basta usare acqua calda o aceto, o aggiungere sale, in modo da inibire la reazione dell’enzima. I semi contengono acidi grassi (palmitico, stearico, oleico, linoleico, erucico, nevronico) e un alcaloide (lunarina) enzimi, glicosidi.

Le radici carnose e biancastre (raccolte nel periodo invernale di stasi vegetativa), si possono mangiare pelate e crude in insalata o cotte in zuppe o bollite e condite, o ancora frullate per fare salse e condimenti piccanti per l’elevata contenuto in glucosidi solforati.

Le foglie sono tenere, si raccolgono un po' tutto l’anno e si usano sia crude che cotte.

I frutti ancora verdi e immaturi, sono ottimi sia in insalata che in tartine o come capperi sotto aceto o sotto sale.

I fusti, prima della fioritura, possono essere raccolti e cucinati come cime di rapa o broccolo, dal sapore amaro e piccante.

I fiori, in contrasto con la loro eleganza, sanno di cavolo e sono piccanti: del resto se ti è capitato di lasciar andare a fiore un cavolo ricorderai che ha dei bellissimi fiori gialli, grandi e appariscenti come quelli di Lunaria. Oltre ad essere saporiti e piccanti, hanno un notevole effetto decorativo su insalate, risotti, salse (dove consiglio di metterli alla fine, dopo aver condito, lasciandoli in superficie in modo che non siano rovinati con il sale, l’olio o l’aceto). Possono anche essere raccolti in mazzetti e usati in pinzimonio.

Una sola raccomandazione: anche se non è pianta rara o protetta, è talmente bella che suggerisco di raccoglierne i fiori o i fusti o le radici soltanto nel caso ne abbiate a disposizione tappeti interi; e comunque ogni volta che si raccoglie è bene lasciare molte piante indisturbate per permettere il rinnovo. E in tutti i modi ricordati che la raccolta è uno scambio in cui con rispetto e gratitudine raccogliamo parti della pianta avendo cura di non danneggiarne la popolazione.

Nella tradizione anglosassone la lunaria veniva usata nei riti magici, per fare incantesimi atti a procurare prosperità, in analogia con la somiglianza dei frutti a monete pregiate.
Nel periodo elisabettiano si usava dipingere miniature sulla valva argentea essiccata.

In fitoterapia la tintura madre ricavata dalle parti aeree si utilizza per le proprietà stomachiche e antiscorbutiche. Nella medicina tradizionale la pianta è stata utilizzata per curare la gotta.

P.S. Queste informazioni sull'uso delle erbe non vanno intese come sostituti della consultazione con il proprio medico o altro operatore sanitario. Quanto scritto non copre tutti i possibili usi, azioni, precauzioni, effetti collaterali o interazioni delle erbe trattate. L’autrice non è responsabile per eventuali effetti avversi o conseguenze derivanti dall'uso delle informazioni riportate. Se stai assumendo altri farmaci/droghe o sei incinta o stai allattando o hai una condizione medica diagnosticata, consulta il tuo medico prima di assumere qualsiasi erba.





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