Un mandala a Luminasio
Il giardino di Pimpinella e il Tibet:
un incontro con un'antica saggezza.

Nel 2014 è nata la prima collaborazione tra il Monastero di Ganden (India), l'Istituto Samantabhadra (Roma) e Il Giardino di Pimpinella.
Questo luogo ha avuto la fortuna e il privilegio di ospitare per 10 giorni, 4 monaci Tibetani che tramite la costruzione del mandala del Buddha delle Medicina, una cena , visite di naturopatia Tibetana, meditazioni e "puje" ossia cerimonie di mantra cantati ci hanno aperto generosamente le porte verso una cultura ancestrale e profonda.
Tradizionalmente il mandala di sabbia viene distrutto ma Ghesce Wangchuk (Maestro qualificato in filosofia buddhista della scuola Mahayana) decise di non farlo: Il giardino di Pimpinella essendo un luogo in cui si insegna a prendersi cura di se stessi e degli altri, era importante e di gran beneficio che esso rimanesse li.

Infatti, questa straordinaria "opera d'arte" rappresenta la dimora del Buddha della Medicina (una palazzo celestiale in cui convivono in armonia piante medicinali , animali, divinità...) ed è la manifestazione, in forma di diagramma, di perfette qualità di compassione e saggezza. Rappresenta un’immagine capace di condurre chi la contempla ad una progressiva purificazione mentale.

Nel 2015,un'altra delegazione di monaci fecero un mandala del Buddha della Compassione ma li , venne distrutto con uno speciale rito. Le sabbie furono in parte versate nell'antica fontana mentre le altre donate a tutte le persone presenti alla cerimonia di dissoluzione per essere portate a casa in quanto potente benedizione.
E' importante ricordare che la realizzazione del mandala porta grandi benefici nei luoghi dove esso viene costruito ed espande la sua energia influenzando positivamente lo svolgimento della vita di tutti gli esseri senzienti.

Attualmente, ogni anno il Maestro residente all'Istituto Samantabhadra (uno dei primi centri buddhisti in Italia) Ghesce Thubten Darghye viene regolarmente ad effettuare dei ritiri spirituali e meditativi di grande impegno (il ritiro di 100 000 offerte del Mandala ai Buddha e quello dei 100 000 offerte dell'Acqua al campo del rifugio).

Preludio di autunno
La ruota del tempo gira imperturbabile ed ecco che ci accorgiamo di quanto le giornate si siano accorciate , e poi osserviamo il colore del bosco che vira lentamente e quasi impercettibilmente dal verde a caldi colori, nel cielo scorgiamo stormi di uccelli in volo verso Paesi del Sud, mentre tra i campi troviamo i gialli fiori della verga d’oro e lungo i greti fluviali si aprono al sole quelli del topinambur. Tutto ci preannuncia l’imminente ritorno dell’autunno. Come le piante e come gli animali che istintivamente si adeguano ai passaggi stagionali, anche noi possiamo abbandonarci al fluire delle stagioni nella consapevolezza di quanto accada dentro e fuori di noi. E allora assecondiamo il desiderio di rientrare in noi dopo la vivace estate, concediamoci spazi di riflessione per fissare i nostri obiettivi per questo ciclo che sta per cominciare, e , come le piante, prepariamoci a lasciare andare le foglie secche e i pensieri , abitudini e fardelli che non ci servono più, per raggiungere la nostra vera essenza. Passare del tempo in natura, passeggiare in silenzio in un bosco, contemplare gli alberi più vecchi di un parco, osservare lo scorrere di un corso d’acqua….sono tutti validi aiuti per sintonizzarci col processo energetico di questo periodo e affrontare l’autunno in salute e pieni di energia.

Le piante da raccogliere all’Equinozio d’autunno
In questo periodo di transizione tra il caldo estivo e l’atmosfera tersa e fresca delle prime giornate autunnali, spesso ci invade un languore misto di incanto e di malinconia. Nei primi giorni di autunno, dopo l’arsura estiva, le piante riprendono vigore e rigoglio e talvolta ci ripropongono bellissimi fiori, come fosse una seconda primavera, ma ben presto , superato l’equinozio, è sempre più evidente quanto le ore di luce stiano inesorabilmente diminuendo portandoci sempre più a desiderare di ritirarci in noi stessi, dopo la grande espansione estiva. Stare nel verde, passeggiare in collina, osservare la natura e la vita delle piante, ci aiuta a sintonizzarci e a respirare in sintonia col respiro di Madre Terra, danzando allo stesso ritmo, evitando così squilibri che si potrebbero manifestare sotto forma di ansia, stress, depressione, stanchezza….
Sono proprio le piante presenti nei campi in questi giorni a sostenerci in questo periodo di passaggio; è il periodo della raccolta delle bacche del ginepro (Juniperus communis), che ci vengono in aiuto come potenti disinfettanti del sistema urogenitale e respiratorio, oltre che piacevoli aromi per accompagnare pietanze che potrebbero generare gonfiore e pesantezza; nei campi svettano invece le spighe dorate della verga d’oro (Solidago virgaurea), valido aiuto in questa stagione, in grado di aumentare le difese immunitarie e di stimolare il drenaggio ad opera dei reni; tra le siepi lungo i corsi d’acqua e nelle zone umide spiccano i coni femminili del luppolo (Humulus lupulus), dalle proprietà sedative e tranquillizzanti, oltre che amarotoniche e riequilibranti il sistema ormonale femminile dato il tenore in fitoestreogeni. Ai bordi di sentieri e cavedagne ecco riprendere vigore vegetativo le buone erbe nutrienti come l’ortica (Urtica dioica), che oltre a portare nuovi gustosi sapori ai nostri piatti, ci porta proteine vegetali, ferro e Sali minerali, disintossica e favorisce la diuresi. Tra le siepi nelle zone boscose sarà poi un piacere cogliere le nespole (Mespilus germanica), da metter via in cesti di vimini in attesa che maturino, per fornirci dolce energia nei primi freddi.
L'autunno nel mito

Questi sono i giorni in cui Kore fu rapita mentre raccoglieva erbe e fiori assieme a Demetra. La giovane ragazza venne rapita niente meno che da Ade, il Signore del Regno ctonio delle viscere della Terra. Sono i giorni in cui Kore diviene Persefone, Regina del Regno degli inferi, amante e compagna del Dio, che regna sul buio del mondo nascosto e sulle profondità della Terra, per poi ritornare alla luce in primavera. L’antico mito di Kore ci ricorda, che quando in natura tutto sembra morire e addirittura la Luce sembra abbandonarci, è il periodo propizio per affrontare e congiungerci con la nostra parte più profonda e oscura, per seminare e far lentamente germinare i semi che vedranno la luce in primavera, dando nuovi germogli e fiori sulla Terra. Il Mito antico ci ricorda il naturale movimento energetico del periodo che si respira e ci penetra quando siamo in natura, avvolti da boschi e campi. Vi invitiamo ad andare in natura e sintonizzarvi con la danza della Vita di questo periodo, che porta a introspezione e abbandono.