Il Sambuco

La pianta di Nostra Signora delle Fate

Datadomenica 26 aprile 2020

Sambuco (Sambucus nigra L.)

Famiglia : Caprifoliacee

È un arbusto molto comune nelle nostre campagne. Lo troviamo spesso attorno alle case contadine, lungo i bordi di strade, nei fossi, nei giardini delle vecchie case di campagna e negli ambienti ruderali , ai margini di boschi e lungo le siepi. Predilige esposizioni fresche e terreno fertile e spesso umido. E' un arbusto alto fino a 9 metri; i molti fusti che spuntano dal terreno crescono eretti poi si inarcano curvandosi verso terra, conferendo all'arbusto l'aspetto caratteristico "a doccia" , che lo rende facilmente distinguibile anche durante il periodo invernale. I rami, inoltre, sono tipicamente cosparsi di lenticelle, e sono formati al centro da un midollo spugnoso. In questo modo la pianta si assicura una sorta di areazione che evita fenomeni di asfissia e degenerazione interna visto che spesso cresce in ambienti umidi . Nei rami piu' vecchi puo' capitare che il midollo degeneri, creando un canale interno:. per questo motivo fin dai tempi più remoti abbiamo testimonianze di vari impieghi di questi rami cavi; già Plinio il vecchio descrive la costruzione di strumenti simili a flauto detti sambike’ con il sambuco, mentre tante testimonianze narrano di quanto i bambini li ricercassero per la costruzione di fischietti ma anche di cerebottane!

Le foglie sono picciolate e sono composte da 5-7 foglioline di forma ellittica e dentellate lungo il margine. Se strofinate le foglie emanano un odore sgradevole. I fiori compaiono in aprile-maggio, e sono riuniti in un ampio corimbo al termine dei rami. La corolla e' formata da cinque petali bianco-giallastri, saldati inferiormente a formare una sorta di tubo che fa si che quando raccogliamo le infiorescenze spesso ci troviamo cosparsi come da una pioggia bianca formata dalle sue piccole corolle simili a piccole stelline su cui poggiano, come minuscole antenne, i minuscoli stami ricchi di polline .I fiori emanano un intenso profumo dolciastro. I frutti maturano in piena estate; sono drupe nero-violacee lucenti.

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Si può confondere con l’Ebbio (Sambucus ebulus), che, se visto superficialmente potrebbe essere simile(sono infatti dello stesso genere), ma in realtà è erbaceo, ha foglie maggiormente coriacee piegate a “v”, infiorescenze contratte e fiori che compaiono in piena estate. Cresce ai bordi delle strade e negli incolti, anche al sole e si riconosce soprattutto perchè tutta la pianta emana uno sgradevole odore.

Le testimonianze dell’impiego del sambuco risalgono ad epoche remote e tante sono usanze legate alle sue proprietà. Già nel neolitico le bacche venivano impiegate nell’alimentazione. Sappiamo che i Celti lo associavano alla Dea Madre e lo chiamavano Nostra Signora perche’ presso i sambuchi abitava la Signora delle Fate, amante dei ruscelli e dei laghi con acque pulite e dai capelli biondi.

Il sambuco è un arbusto particolare: i fiori emanano un forte profumo dolciastro, mentre le foglie hanno un aroma decisamente sgradevole, in deciso contrasto con il piacevole aroma dei fiori. Questa sua duplice essenza si ritrova anche nelle tradizioni antiche: in Germania era chiamato “l’albero di Holda”. Holda era una fata del folklore germanico medievale, dai lunghi capelli d’oro che abitava nei sambuchi situati vicino a laghi e corsi d’acqua. Talvolta Holda poteva apparire come una vecchia strega e in Inghilterra si sosteneva addirittura che il sambuco non fosse un arbusto qualsiasi, ma addirittura una strega che aveva assunto le sembianze di una pianta! E' in effetti una pianta ambigua, perchè oltre al suo intenso profumo dolce, e lvirtù di fiori, bacche e seconda corteccia...serba un lato nascosto di possibile tossicità dovuta ai glicosidi cianogenetici che per idrolisi liberano acido cianidrico!

Nella tradizione popolare nord europea il Sambuco era oggetto di rispetto e chiamato Farmacia degli Dei, ma anche simbolo di morte e portatrice del Diavolo. Per avere i suoi poteri eccezionali, che proteggevano dai sortilegi, doveva però essere tagliato in un luogo dove non fosse possibile udire il canto del gallo. Le sue doti erano talmente grandi che il famoso flauto magico delle leggende germaniche non era altro che un ramoscello di sambuco svuotato del suo midollo..

Tuttavia nei suoi riguardi prevalevano le credenze positive, che ne esaltavano le proprietà magiche e benefiche, tanto che le donne incinta lo baciavano per avere un parto facile.

Fino all’inizio del secolo scorso i contadini tedeschi si levavano il cappello , come segno di grande rispetto, quando lo incontravano nel loro cammino, ed era sempre presente vicino ai monasteri ed alle case perché si diceva che proteggesse da serpi, mali e malie.

Nel centroeuropa i contadini si inchinavano sette volte davanti al sambuco a indicarne i 7 poteri ’: radici, corteccia, germogli, foglie, fiori, bacche e midollo interno.

I fiori si raccolgono i fiori, al momento della fioritura, ma prima che diventino troppo aperti; vanno recisi alla base dell'infiorescenza. hanno proprietà sudorifera diuretica emolliente. immunostimolante e antivirale; sono ottimi in caso di problemi respiratori e tosse. Il loro infuso è utile in reumatismi con dolori articolari, infiammazioni, stati allergici, edemi ,influenze e raffreddori. I fiori contengono , olio essenziale, flavonoidi, acido clorogenico, acido caffeico, quercitina, mucillagini e tannini.

Le bacche si raccolgono quando sono mature e morbide, di un bel colore neroviolaceo lucente. Sono ricche in sali minerali, vit a, b e c e aminoacidi, bioflavonoidi ed antocianine, acido citrico e acido malico, fattori del complesso B. E' importante che siano mature oppure vanno cotte, perchè contengono anche glucosidi cianogenetici, che possono determinare in grandi dosi fenomeni di intossicazione ; sono antivirali e antinevralgiche e lassative e risultano particolarmente efficaci in caso di nevralgie del trigemino. Si usano in infuso e in tintura madre; mentre se prese crude causano il vomito.

La seconda corteccia si raccoglie all’inzio della primavera quando la linfa scorre copiosa lungo i vasi; si unisce a olio e cera d’api o strutto, per fare una pomata impiegata con grande efficacia su tanti problemi della pelle di cui è ancora vivo il ricordo in tante parti d’Italia. E’ antiedematoso, emolliente, lenitivo sui foruncoli, scottature ed emorroidi e agisce su bruciature, arrossamenti della pelle, punture di insetti, ragadi, screpolature delle mani dovute al freddo, ferite e graffi per far risalire le schegge in superficie . Ciontiene sali di K, glucosidi flavonoici, il glucoside cianogenetico sambunigrina , tannini e l'alcaloide sambucina.

I germogli si raccolgono quando le gemme si schiudono. Si impiegavano in decotto per curare le nevralgie

Le foglie hanno proprietà lassative, antinevralgiche e antiemorroidali basta pestate in un mortaio una manciata di foglie fresche e unire un cucchiaio di aceto ed un pizzico di sale e, tramite una garza, applicare sulla parte dolente per almeno 15 minuti.

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La radice: raccolta in inverno si usava in decotto contro gotta

Il midollo interno era pestato e mescolato con farina e miele per fare una sorta di impasto da usare come cataplasma per sedare il dolore delle lussazioni

I fiori sono impiegati con successo anche in cucina: sono ottimi in frittelle dolci o salate, in pizze e schiacciate o in torte salate e erbazzoni. Con le bacche si fa un ‘ottima marmellata e sciroppo. I fiori inoltre si impiegano in cosmesi , mettendoli a macerare in olio per fare oleoliti adatti a pelle stanca e secca.

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