L'erba vetriola

Parietaria officinalis

Datamercoledì 29 aprile 2020

Parietaria officinalis

L’erba vetriola

Devo proprio essere sincera? Allora mi tocca ammettere mio malgrado di non aver una grande simpatia per quest’erba e ti confesso di sentirmi anche in colpa per questo. E dire che è utile ed è impiegata fin dai tempi antichi per le sue virtù curative, tanto da meritarsi il nome specifico di Officinalis, cioè pianta usata nelle officine dove si preparavano i rimedi. E poi ha il merito di adattarsi a crescere anche nelle situazioni più improbabili, portando un po' di verde e di ossigeno anche nelle strade più trafficate: la trovi alla base dei vecchi palazzi e dei muri, incurante del traffico e dell’inquinamento…lei cresce comunque! A Bologna è una delle poche piante che trovi in pieno centro, nel basamento delle due torri o tra le pietre basse di San Petronio, o tra i mattoni dei vecchi muri delle case dei vicoli del centro dove il sole non passa quasi mai. Ma allora perché questa mia mal celata antipatia?? Credo che sia dovuto al fatto che da anni e anni sto portando avanti una linea difensiva dalla sua invasione visto che mi occupa e affolla da sempre la scarpata sotto casa a nord-est, e nonostante io provi “gentilmente” a eradicarla per sostituirla con piante più colorate, profumate e magari anche appetitose, lei si trova molto bene lì e delle due è sempre più tenace. C’è un antico detto che recita: “nel tuo giardino crescono le piante di cui tu hai bisogno”…forse allora dovrò iniziare a usarla in infusi e tisane, magari assieme alla gramigna, anch’essa ospite accanito e per nulla gradito dell’orto…e guarda un po' il caso: entrambe utili per la diuresi e i reni!! Che non sia il caso di cogliere il messaggio che mi stanno portando, diventarne amica e addirittura ringraziarle della loro irreverente invasività, perché in realtà lo fanno per il mio bene?? Chissà?

Comunque, torniamo alla Parietaria: ormai hai capito che il suo nome indica chiaramente l’ambiente in cui la puoi facilmente trovare, cioè i muri, meglio quelli esposti a nord e comunque ombrosi, meglio ancora se un pochino umidi; ama anche in terreni azotati, magari vicino a stalle e case di campagna, e sempre in posizioni ombrose. Plinio stesso notò che la pianta prediligeva crescere sui muri e le diede un nome che ricordasse appunto le pareti….tanto più che con essa curò un e sanò le ferite di uno schiavo caduto da un muro. Dioscoride descrisse le sue straordinarie facoltà vulnerarie e astringenti.

Il nome comune di Erba vetriola, ricorda un altro suo comune impiego: le sue foglie e tutta la pianta venivano infatti usate per pulire il vetro di damigiane e bottiglie, grazie alla peluria che copre tutta la pianta che la rende quasi simile a un delicata carta vetrata. Grazie a questa sua peluria diffusa, le foglie e le pianta tutta aderiscono ai vestiti appiccicandosi, con grande divertimento dei bambini che si trovano a decorare maglie e vestiti con le sue foglie.

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Appartiene alla famiglia delle Urticacee, assieme alla più celebre ortica. Il fusto è eretto, rosso-bruno e peloso, scarsamente ramificato. Le foglie sono ovali, lanceolate a margine intero, alterne, picciolate, nella pagina inferiore e specialmente sulle nervature, sono munite di microscopici peli uncinati. I fiori sono minuscoli, unisessuali, verdi e raggruppati in glomeruli all’ascella delle foglie. Fiorisce da maggio a ottobre producendo un gran quantitativo di polline (proprio quello che in molte persone può dare fenomeni allergici). I fiori così essenziali e piccoli, la grande quantità di polline prodotto e la mancanza di profumo e tanto meno di nettare, indicano tutti che l’impollinazione avviene con il movimento dell’aria (anemofila).

Nella Medicina Tradizionale Mediterranea la pianta è classificata come Fredda e Secca , e anche un po' Umida e come tale rinfresca e contrasta ustioni, le piaghe dovute all’herpes, le infiammazioni delle mucose orali e delle prime vie respiratorie. La parte aerea della pianta contiene flavonoidi come quercetina, kaempferolo e isoramnetina, tutti dalle spiccate proprietà antiossidanti. Inoltre contiene molti sali minerali (basta toccarla per rendersene conto dalla sua consistenza) tra cui specialmente sali di Potassio. Inoltre contiene tannini, mucillagini, e l’acido caffeoylmalico, acido gliucolico e glicerico. Grazie specialmente ai Flavonoidi ed ai sali di Potassio la pianta ha uno spiccato effetto diuretico ed è impiegata fin dall’antichità nei calcoli renali e nella renella, quasi che la pianta, nel suo crescere sui muri e sui sassi umidi, ci indichi proprio la capacità di lavorare sui “sassi” che il corpo produce. La presenza di acido glicolico e glicerico pare siano responsabili dell’azione epatorenale favorendo l’eliminazione dei cloruri, dell’urea e dei cataboliti e aiutando così la funzionalità dei reni e insieme del fegato. E infine i Flavonoidi hanno azione antinfiammatoria, antispasmodica e antibatterica a livello della vescica. Il cataplasma delle foglie e della pianta intera o una compressa imbevuta del decotto della pianta fresca cura le ferite, oltre ad essere antinfiammatorio, lenitivo e cicatrizzante. E’ bene impiegare sempre la pianta fresca, o direttamente appena colta o in tintura madre.

La parietaria è anche mangereccia, adatta a essere inserita in misticanze cotte e minestroni, dal sapore delicato e salino.

P.S. Queste informazioni sull'uso delle erbe non vanno intese come sostituti della consultazione con il proprio medico o altro operatore sanitario. Quanto scritto non copre tutti i possibili usi, azioni, precauzioni, effetti collaterali o interazioni delle erbe trattate. L’autrice non è responsabile per eventuali effetti avversi o conseguenze derivanti dall'uso delle informazioni riportate. Se stai assumendo altri farmaci/droghe o sei incinta o stai allattando o hai una condizione medica diagnosticata, consulta il tuo medico prima di assumere qualsiasi erba.

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